Emiliana Losma – Il podcast ArkeTipe

Emiliana Losma – Il podcast ArkeTipe

Il nuovo podcast di Wanna Magazine

Wanna Magazine inaugura una nuova rubrica, questa volta audio, con il podcast ArkeTipe.
Realizzato da Anna Rado in collaborazione con la storica delle donne Emiliana Losma, e il giornalista Marco De Alberti.

Cara Emiliana, cosa significa ArkeTipe?

Gli archetipi sono quelle immagini ancestrali che fungono da esempio. In greco antico, il termine archetipo deriva dalla combinazione del verbo archô (ἄρχω), iniziare/ordinare e del suffisso typos (τύπος) impronta/marchio/esemplare.
L’archetipo è dunque il ‘modello originale’ dal quale deriva tutto il resto. Per Carl Gustav Jung, pioniere della psicologia del profondo, l’inconscio collettivo è costituito da archetipi schemi di base universali, impersonali, innati, ereditari.
Quando però questi archetipi diventano stereotipi per le donne?
Quanto spesso nella storia e anche oggi le caratteristiche femminili sono state considerate negative, limitanti, difetti?
Ecco perché è importante decostruire quegli stereotipi. E il nostro modo è quello di attingere alla vita vera delle donne del passato, aldilà delle narrazioni patriarcali che abbiamo ricevuto dai libri scolastici in passato.

 

Per approfondimenti vi rimandiamo al libro Donne che corrono coi lupi nel quale Clarissa Pinkola Estés ripulisce svariate narrazioni dalle stratificazioni del tempo.

 

Trasformare la C di archetipe in K è stato un gioco, un atto di attualizzazione di questa parola. Una licenza che ci siamo prese perché il podcast ha la missione di fornire esempi di donne del passato che possano essere d’esempio per il presente così da costruire un futuro migliore.
Il sottotitolo poi “IspirAzione dalle donne del passato” presenta un’altra maiuscola in mezzo alla parola ispirazione per sottolineare la volontà di raccontare, alle donne ma non solo, storie di donne così da incentivarle a prendere coraggio e ad agire.

Quindi, a differenza del Professor Barbero*, tu credi che essere una storica significhi anche avere una responsabilità per le generazioni future?

Penso che anche Barbero condivida questa idea. Tuttavia penso anche che sia fondamentale valorizzare paradigmi diversi sui quali costruiamo il nostro stare e agire nel mondo. Non per forza i valori che si sono affermati nel tempo come “vincenti” devono essere accettati dalle donne. Come ha scritto Carla Lonzi «L’uomo non è il modello a cui adeguare il processo della scoperta di sé da parte della donna». E proprio per evitare l’adesione a modelli narrati come neutri ma in realtà maschili possiamo riempire il nostro immaginario di tantissimi esempi di donne. E attraverso la Storia delle Donne scopriamo una ricchezza inimmaginabile che ci può essere d’ispirazione continua.

Ci saranno grandi nomi di donne nel podcast?

Non ci saranno i soliti noti. Questa è la grande scommessa che stiamo facendo: raccontare la potenza della Storia delle Donne e essere di ispirazione evitando i nomi più conosciuti e andando ad approfondire altre biografie per moltiplicare appunto le ispirazioni. Il nostro obiettivo è trasformare quelle Tipe del titolo in nomi conosciuti e riconosciuti. La scelta editoriale è quella di non cavalcare nomi altisonanti ma temi che stanno davvero a cuore alle donne e scavare per trovare tante più piccole storie significative.

I temi che abbiamo in serbo, senza anticipare troppo, sono:

– LGBT: storia di come nasce la comunità LGBT e l’attivismo attorno all’orgoglio lesbico

– donne e natura: la sostenibilità è femmina

– sorellanza: la solidarietà tra donne esiste da sempre ed è solida

– …

Anzi, invito i lettori a mandarci richieste sui temi che vorrebbero venissero affrontati!

 

Di cosa parla questo primo episodio di ArkeTipe?

Anna Rado e io ci siamo date come tema l’età matura delle donne.

Lo abbiamo intitolato La sorella di Dorian Grey, immaginando (un po’ come fece Nancy Springer con Enola Holmes) questa donna non più giovane che nel rimirarsi allo specchio si vede nuovamente bella; un po’ come avviene con i filtri per i selfie su Instagram.

E’ stato davvero bello per me sviscerarlo e scardinare l’immaginario triste che ci attanaglia in favore di uno più rispettoso approfondendo il tema grazie a studi di stampo femminista e cercando esempi nella storia dell’arte, dello sport e del movimento delle donne.

Anna poi si è messa alla regia e lo ha arricchito con un sapiente montaggio che spero lo renda ancora più

coinvolgente; mentre il giornalista Marco De Alberti ha raggiunto una donna di oggi che ha saputo cambiare il proprio CV a un’età ormai matura e ora guarda al futuro e all’innovazione.

Di cosa parla il secondo episodio di ArkeTipe?
Lo abbiamo intitolato “Storie di Natale come piacciono a me”. All’inizio io parlo delle dee che tradizionalmente sono legate all’inverno. Saulé, Beaivi , Freya, Rozhanitza, Hertha. Lo scopo è di riflettere su quanto sia da sempre importante questo periodo dell’anno. Poi vado alle origini dell’immaginario moderno attraverso scrittrici e illustratrici.
In fine racconto un paio di aneddoti legate alla Prima Guerra Mondiale.
Marco De Alberti invece intervista Elisa Pisani, direttrice di Il Pollicino, una struttura per l’infanzia 0-6 che, attraverso elementi “alternativi” ed esperenzialità, riesce a far vivere la magia del Natale e passare importanti insegnamenti ai suoi bambini.

Di cosa parla il terzo episodio di ArkeTipe?

La polemica sulla mancanza di statue femminili a Prato della Valle ci ha portato a raccontare le storie di 3 donne per ogni provincia  del Veneto meritevoli di una statua.
La storia è piena di esempi virtuosi di donne, eppure la toponomastica delle nostre città annoverano solo poche sante martiri. Nominarle, tornare a far sì che siano parte della quotidianità, diventa importante per l’emancipazione delle donne di oggi.
Abbiamo raccolto a questo proposito la testimonianza di due architette-paesaggiste: Elena Catarossi e Monica Lenhardy titolari di SPAA studio

 

Porterai in scena uno spettacolo che si chiama La quinta forza. Di cosa si tratta?

È una piéce teatrale di prosa e canto che racconta il protagonismo delle scienziate nella fisica del Novecento. Le protagoniste di questo spettacolo sono quattro (Marietta Blau, Milla Baldo Ceolin, Vera Cooper Rubin e Chien-Shiung Wu) come quattro sono le forze fondamentali della fisica (l’interazione gravitazionale, l’interazione elettromagnetica, l’interazione debole e l’interazione forte). A queste forze abbiamo voluto aggiungerne un’altra, la forza nascosta del titolo, che rappresenta la forza delle donne narrata e incarnata dalla Curatrice della Memoria che ci racconterà la biografia umana e professionale di queste scienziate e ragionerà con il pubblico sugli stereotipi che ancora oggi gravitano attorno al binomio donne-scienza.
Lo spettacolo che è già stato rappresentato andrà in scena all’Università di Padova il 24 novembre 2021.

Grazie Emiliana.
Non ci resta che ascoltare su Spotify il podcast ArkeTipe.

© Grafica di Leonardo Zanoio
*Tiriamo in ballo il professore perché è recente la polemica che ha investito lo storico Barbero dopo l’intervista de La Stampa in relazione alle lezioni che avrebbe tenuto per Intesa Sanpaolo sulla figura della donna. Al di là dell’infelice uscita per cui le donne presenterebbero “differenze strutturali”, piuttosto che avrebbero “meno successo perché insicure e poco spavalde”; vogliamo sottolineare la sua presa di distanza quando dice “Premesso che io sono uno storico e quindi il mio compito è quello di indagare il passato e non presente e futuro”. Quanto alla conferenza è stata l’ennesima occasione sprecata perché ha portato in scena personaggi noti che hanno valore solo per il contesto in cui sono vissuti (o sono stati immaginati) e che se ricondotti ad oggi hanno ben poco da ispirare le donne di oggi (Lucia dei Promessi Sposi, Madre Teresa di Calcutta e Caterina La Grande).
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