Rifugio Crosta: un’esperienza trasformativa

Rifugio Crosta: un’esperienza trasformativa

Il perché Wanna, magazine “leggero ma non superficiale” come lo ha definito qualcuno, esca con un topic speciale montagna è racchiuso in questa intervista.

In questi anni all’insegna dei social network, che ci rendono sempre più soli, sembra essere auspicabile un ritorno alla natura come solo luogo dove sia possibile trovare l’autenticità. Chi se la sente cambia vita e si trasferisce in montagna 6-8-10 mesi all’anno. Chi non se la sente la raggiunge almeno una settimana all’anno, o quantomeno il weekend, lasciandosi alle spalle problemi, pensieri e frenesia. A mettere in contatto i due c’è Instagram che -con le immagini di neve, mucche e polenta- ci invoglia a indossare gli scarponi e avventurarci per boschi e pascoli. Dei vari profili ad aver attratto la mia attenzione c’è quello del @rifugio_crosta: lo gestiscono Marina ed Enrico ed io ho avuto il piacere di incontrarli per quest’intervista presso la web agency Scintille grazie alla complicità del titolare Bruno Barbieri, grande amante della montagna.

Marina ed Enrico sono riusciti sui social a promuovere con calore e autenticità la loro attività di gestori del rifugio Crosta. Rifugio che è diventato per loro anche casa in pianta stabile. Ma facciamo un passo indietro. E’ maggio e la coppia si trova di passaggio a Treviso. Queste sono le loro “ferie”: lasciare temporaneamente il rifugio e trasferirsi nel loro Van per un mese da nomadi in pianura dove sbrigare faccende varie e incontrare gli amici. Perché l’amicizia per questa coppia, come scoprirò nel corso dell’intervista, è un valore fondamentale!

Marina ed Enrico hanno lasciato la vita “di città” in Veneto nel 2008 per andare in Piemonte, ai confini con la Svizzera, dove hanno preso in gestione un rifugio dell’alta Val d’Ossola che si trova a 1750 metri. Lo si raggiunge esclusivamente a piedi in due ore e mezza, se non tre, di cammino. Il rifugio al loro arrivo era in stato di abbandono: privo di acqua d’inverno e di adeguati infissi! Loro, pur amando la montagna, non avevano esperienze così wild all’attivo, ma non si sono scoraggiati e l’hanno portato a nuovo.

Ora il Crosta è un bijour: un luogo accogliente dove i visitatori sono i benvenuti per un pranzo e la cena se si sceglie di pernottare.

La montagna dà tanto ma richiede anche sacrificio e fatica. Chi ve lo ha fatto fare?

Risponde Marina: Era il 2008 e mi ero resa conto che in pianura vivevo per lavorare. Ho deciso di mollare tutto e cercare un rifugio in montagna. Lì avrebbe voluto dire lavorare per vivere!

Sulla rivista dello Scarpone c’era un annuncio per la gestione del Rifugio Crosta. Abbiamo cercato di andarlo a vedere ma non si riusciva perché c’era la neve. Non ci siamo dati per vinti e abbiamo fatto richiesta lo stesso. Nel frattempo siamo partiti per il cammino di Santiago di Compostela. Eravamo lungo il cammino quando è giunta la notizia che avevano superato le selezioni e ci avrebbero affidato il rifugio.
Col senno di poi è stato un bene perché trovare un rifugio in quelle condizioni ci ha costretto a metterci davvero in gioco. Non solo, il fatto stesso che sia raggiungibile solo a piedi fa sì che ci sia una naturale scrematura anche della tipologia di visitatori che arrivano. Di solito sono milanesi, varesini e torinesi che amano la montagna. Il bello è che anche i più stressati lungo l’avvicinamento si lasciano i problemi alle spalle.
Perché la gente che sale a piedi in montagna è tutta bella gente!
Camminare in montagna fa bene. Più volte è successo che imprenditori e manager nel corso del loro soggiorno da noi abbiano ricevuto un’illuminazione che li ha portati a risolvere annosi problemi o beghe che li tormentavano. 

Mi state dicendo che la decisione di riaprire un rifugio non solo ha cambiato le vostre vite ma anche quella di altri?

Sì! Non solo quelle degli ospiti che, pur non arrivando a fare cime, al Crosta hanno modo di fare un’esperienza armoniosa; ma anche quella di tanti ragazzi che da noi hanno fatto la stagione. Più d’uno (anche ragazze!) hanno poi cambiato vita e aperto il loro rifugio in altri luoghi, come ad esempio Barcis.

Da noi stanno così bene che quando ci salutano lo fanno con grande nostalgia e non vedono l’ora di tornare.

Siete aperti tutto l’anno? Che attività si possono fare da voi?

Risponde Enrico: Fintanto che c’è l’acqua stiamo aperti! D’estate si fa trekking e d’inverno ci possono raggiungere anche con ciaspole o scialpinismo. La zona è bellissima sempre: siamo al limite del Parco Naturale dell’Alpe Veglia e Alpe Devero, sull’Altavia della Valle Divedro ed è una tappa del GTA, la Grande Attraversata delle Alpi. Stiamo lavorando alla traccia GPS e sarà disponibile sul sito da agosto. In totale sono 15 giorni di cammino. Lo si può percorrere tutto o una parte.

Quelli dell’Ossola sono posti incantati ma, attenzione, il Paradiso non è per tutti: mentre l’Alpe Devero lo puoi raggiungere in macchina, l’Alpe Veglia è un parco visitabile solamente a piedi e che si attraversa in 3 ore e mezza con poco dislivello.

Un ambiente selvaggio e incontaminato ma adatto ad accogliere anche i più piccoli. Per i cani abbiamo realizzato una cuccia in esterno dato che all’interno del rifugio c’è davvero poco spazio e non possono entrare.  Ai ragazzi abbiamo addirittura dedicato un campus estivo: senza smartphone per una settimana vivono immersi nel verde seguiti da una guida alpina -che è anche animatrice-, e poi si fa una grandissima festa al venerdì quando i genitori li vengono a riprendere!

Abbiamo 24 posti letto in rifugio e altri 8 al bivacco ma è indispensabile la prenotazione sia per pernottare che per mangiare.
La cucina è il fiore all’occhiello del nostro Rifugio ma per preparare ci vuole tempo e non è nostra intenzione buttare via nulla. Chi non chiama prima magari un panino lo trova ma sarebbe un peccato rinunciasse ai piatti tipici!

La cucina come attrattiva numero uno insomma. Oltre l’esperienza gourmet?

Non vendiamo prodotti ma offriamo delle emozioni!

L’escursionista che arriva si accorge che prima di essere un rifugio il Crosta è una casa. Anche il cibo rispecchia questa accoglienza.

Offriamo una vera e proprio esperienza totalizzante ed armoniosa: la vista, la compagnia e il cibo.

Ci approvvigioniamo in zona di prodotti tipici, quindi a chilometro zero. Tutte cose genuine e che alimentano i produttori locali.

Da noi ad esempio, in vero stile green, si può assaggiare il Tapeluco o la Pascta & Bajan.

Così offriamo cibo di qualità e ricompensiamo le persone del posto che ci hanno accolto e aiutato tantissimo.

Come è stata l’accoglienza che avete ricevuto voi al vostro arrivo nel 2008?

Ci siamo presentati come estranei sì, ma che avevano bisogno di loro; non che volevano imporsi su loro.

L’umiltà di chiedere aiuto è stato il primo passo e ha aperto molte porte.

I rapporti sono ancora splendidi e lo dimostra il fatto che i locali continuano a rispettare la sostenibilità di questo alpeggio. A differenza delle Dolomiti la val d’Ossola è un ambiente non sfruttato dal punto di vista turistico. Di conseguenza più incontaminato e selvaggio. Ci capita sovente di avere cervi, camosci e marmotte fuori dalla porta di casa!

Vita selvaggia. Ditemi la verità: c’è qualcosa che vi manca della vita di città?

Ce lo chiedono in molti e a essere sinceri no, ci siamo trovati appagati su tutto. – Risponde Marina

E aggiunge Enrico – Il divano! Ci siamo resi conto che non ce lo abbiamo 😊 non c’è lo spazio

E su questa battuta chiudo l’intervista perché mi sembra eufemistico – ed emblematico- che là dove non ci sono distrazioni non c’è nemmeno il tempo per oziare. Allo stesso tempo ci si riposa di un riposo sano perché appagato. C’è sempre qualcosa da fare e non c’è tempo da perdere. Anche nei lunghi inverni magari si sta un po’ più su Instagram ma lo si fa per rafforzare una community vera.

Se da questa intervista hai colto sentimenti sinceri, onesti e percepito il calore di un’accoglienza nostalgica che credevi non esistesse più, allora l’invito è quello di inforcare lo zaino e raggiungere Marina ed Enrico al Rifugio Crosta. Ma ricordati di telefonare prima di partire per dare loro il tempo di prepararsi al meglio ad accoglierti con una camera calda e i piatti tipici!

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Rifugio Crosta,  fotografa professionista di montagna

Indirizzo
Val d’Ossola

Contatti
Marina ed Enrico
Tel. 0324 634183
Mob. 340 8259234 – 329 3550935

Sito web
www.rifugiocrosta.it