Vintage canon

Vintage canon

PROLOGO: perché diciamo “canone estetico”

Canone è il precursore del metro. Originariamente, ai temi degli antichi, era l’asta che indicava lo standard di una misura. Ciò che era accettato.

Successivamente il termine è stato esteso all’estetica. “Policleto intitolò Canone il suo trattato sulle proporzioni fisiche ideali. La figura umana perfetta, disse, è sette volte la grandezza della testa. Pare che la sua scultura Doriforo incarni l’esempio di quelle auspicabili misure maschili, e inaugurò così la schiavitù dell’immagine: i giovani si sfinivano nel gymnásion, sognando di modellare i loro corpi a immagine e somiglianza di quel modello in marmo” si legge in Papyrus di Irene Vallejo.

Con Aristotele il canone entra nel linguaggio dell’etica per indicare il canone morale, ovvero quelle indicazioni guida per agire come un uomo onesto e affidabile.

Il Canone ecclesiastico fu istituito nel IV secolo per indicare i testi ai quali i Cristiani potevano ispirarsi per una vita nel nome della religione.

Da qui il passo alle liste che tanto amiamo e odiamo noi è stato breve. Un susseguirsi di cose che sono IN e altre che inevitabilmente diventano OUT. Nemmeno i classici sono esenti da questo movimento. Quello che è per noi un classico oggi non lo era al tempo in cui è stato creato, o non lo è stato per intere epoche. Il modo con cui questo viene riscoperto e riportato in auge sembra casuale ma segue uno schema preciso: il piacere della scoperta come un atto salvifico misto alla voglia di distinguersi e dettare nuovi parametri.

VINTAGE COME NUOVO CANONE

Per questo special topic Wanna Magazine sulle età della donna e la saggezza, dedichiamo l’articolo sullo stile al VINTAGE. E non poteva che essere così dati i tempi: il bisogno di un mondo più sostenibile, oltre alla moda etica (si veda il precedente topic), ci porta a riscoprire il guardaroba della mamma (e perché no, della nonna), a frequentare mercatini dell’usato, negozi specializzati.

5 motivi per vestire vintage

  1. Denota personalità
  2. Contribuisce a un pianeta più sostenibile
  3. I capi pre-globalizzazione erano di qualità superiore
  4. Complicità madre-figlia
  5. Vuoi mettere la soddisfazione di metterci le mani sopra e personalizzarlo modificandolo un po’?

ISPIRAZIONI VINTAGE

Trovare il capi firmato che è di per sé un cult è cosa per poche fortunate. A noi piace di più immaginarti come la protagonista di Girlboss, la fortunata serie Netflix che racconta la storia vera di Sophia Amoruso: appassionata di moda, ma squattrinata, apre il suo primo store di abiti vintage su eBay nel 2006. Sul suo store, Nasty Gal Vintage, Sophia vende abiti raccattati in lungo e in largo nella sua San Francisco ma, a differenza dei cultori del genere, lei è dissacrante perché spesso li rivisita nel fitting attuando tagli e accostamenti improbabili.

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