Perfetti o felici … e altri libri alla ricerca dell’autenticità

Perfetti o felici … e altri libri alla ricerca dell’autenticità

«Tutti si riempiono la bocca con quella parola ma io non so cosa significhi.”»
«Che parola?»
«”Autentico.” Che cazzo vuol dire autentico?»
«Beh vuol dire che c’è della sostanza dietro alle parole. O un intento. Insomma un significato più profondo.»
«Ah, certo! Come no… sì, vediamo un po’… prendiamo una poesia di Tomas Tranströmer: Sto disteso sul letto con le braccia spalancate/io sono un’ancora che si è sepolta bene a fondo e trattiene a sé l’enorme ombra che galleggiando la sovrasta/l’ignota vastità di cui faccio parte… È questa, la tanto decantata autenticità?»
«Sì»
«Be’. io non provo niente. Assolutamente niente. Quindi questa storia dell’autenticità forse è solo una gran bidonata. O sono io che ho qualcosa che non va?»
«Tu che cosa ne pensi?»

Love & Anarchy

Comincia così il libro della psicologa Stefania Andreoli “Perfetti o felici. Diventare adulti in un’epoca di smarrimento” e lo leggo (o meglio lo ascolto su Audible) proprio nel momento in cui decido che il nuovo topic di WannaMagazine sarà proprio autenticità. L’autrice apre così il tuo libro perché vuole instaurare un rapporto empatico con il lettore, un giovane adulto che, con tutta probabilità, guarda serie televisive alternative su Netflix*. Andreoli ha bisogno di questo hook per catturare la loro attenzione e portarli a fidarsi di lei. Solo così potrà guidarli alla scoperta di sé, indipendentemente dal contesto (genitori, scuola, società,…) che li vorrebbe appunto perfetti e felici. Questa giovane generazione, che i nostri politici definisce “bamboccioni”, però hanno più da insegnare che da imparare. Loro si rifiutano di diventare adulti perché gli adulti che li vorrebbero plasmare a loro immagine e somiglianza a tutto assomigliano tranne che a persone felici. E qui mi viene in mente un altro libro: “La vita bugiarda degli adulti” di Elena Ferrante, che dimostra quanto genitori baby boomer e della generazione X, abbiamo riproposto il modello ricevuto dai boomer ma non più attuale e valido per la generazione Z o i Millennials.
Allora la mia testa ripesca gli insegnamenti di Carol Dweck in “Mindset” e di Jeanne Siaud-Facchin in “Troppo intelligenti per essere felici?” e trovo solo conferme e tutto diventa chiaro: quella che crediamo essere un’epoca illuminata dalle scoperte informatiche è in realtà un’era buia, fatta di solitudine e falsi valori. Sta invece a alla generazione Millennials trovare il metodo educativo affinché gli Alpha possano davvero vivere in un mondo migliore che, a questo punto, auspico sia un mondo all’insegna dell’autenticità dove ognuno di noi si senta valorizzato per quello che è, per la sua visione della vita e il potenziale che può esprimere. Quando affibbio questa responsabilità ai Millennials non la appioppo solo a quei pochi che hanno avuto il coraggio di fare figli ma a tutta la società che li dovrà crescere, a scuola e sul lavoro. Non è utopia perché credo che i Millenial siano i candidati migliori a farlo dato che hanno avuto visione di ciò che di bello ha contraddistinto il mondo analogico, essendo nati negli anni ’80, e ciò che di brutto hanno portato i social network negli anni 2000. Inoltre i Millennials oggi  dovrebbero essere in grado di sfruttare l’AI per il suo grande potenziale che è una comunicazione autentica e personalizzata.

Da queste riflessioni, in questa specie di editoriale, emergono i le sfaccettature dell’autenticità sulle quali vorrei portare l’attenzione:

  • autenticità come originalità
  • autenticità come unicità
  • autenticità come veridicità
  • autenticità e fiducia
  • autenticità come ricerca di sé per arrivare alla realizzazione
  • viceversa, ricerca dell’autenticità come valore

 

*”Love & Anarchy” è una serie televisiva svedese disponibile su Netflix. La trama segue la storia di Sofie, una consulente d’azienda sposata e madre, che incontra Max, un giovane e ribelle consulente informatico. I due iniziano a flirtare e a sfidarsi a vicenda in una serie di giochi sempre più audaci e provocatori. Mentre la loro relazione cresce, portando entrambi a esplorare i limiti della loro moralità e dei loro desideri, si trovano coinvolti in situazioni imprevedibili che mettono alla prova le loro vite personali e professionali. La serie esplora temi di desiderio, identità, e le sfide delle relazioni moderne, il tutto con un tocco di umorismo e sensualità.

 

**”La vita bugiarda degli adulti” di Elena Ferrante segue il viaggio emotivo di Giovanna, una giovane napoletana che scopre segreti dolorosi sui suoi genitori. Attraverso questa rivelazione, il suo rapporto con loro si frantuma, aprendo la strada a una ricerca complessa di identità e verità. Ferrante dipinge con maestria il conflitto interiore di Giovanna mentre cerca di navigare tra l’amore e il tradimento, il desiderio di comprensione e la delusione. Il legame tra Giovanna e i suoi genitori diventa il fulcro intorno al quale si snodano le vicende della storia, evidenziando il potere e la fragilità delle relazioni familiari.